Rapporti Repsol sulla risoluzione del tribunale spagnolo

In relazione all’ordinanza della Corte Centrale numero 6 dell’Audiencia Nacional, in cui Repsol, S.A. (“Repsol” o la “Società”) è designata come parte indagata nel Pezzo separato 21 relativo all’assunzione di Cenyt, SA, (“Cenyt”), si informa quanto segue:

Repsol ha storicamente mantenuto un track record esemplare nella conformità normativa e nella prevenzione della criminalità. Già prima dell’introduzione di specifiche disposizioni di legge cogenti, Repsol disponeva di un Codice Etico e di Condotta Aziendale e di specifici standard di controllo interno per tutti i suoi collaboratori, al livello delle più avanzate ed esigenti normative nazionali e internazionali.

A seguito di questo impegno verso una cultura della compliance normativa, nel 2006 Repsol ha istituito e mantiene pienamente operativo un Organismo collegiale per la prevenzione criminale (Comitato Etico e di Conformità) e ha implementato e mantiene in vigore un Modello di Prevenzione e Vigilanza applicabile a 110 società del Gruppo.

Aziende nazionali e internazionali di altissimo prestigio professionale, come EY, KPMG, Corporate Defense e Sánchez-Junco Abogados, tra le altre, hanno partecipato alla preparazione e all’attuazione di questo quadro preventivo interno.

Il sistema di conformità normativa interna è soggetto a revisione e miglioramento continui ed è soggetto a convalida interna da parte dei dipartimenti di audit e controllo di Repsol. Inoltre, un verificatore esterno indipendente (EY, KPMG e, attualmente, Deloitte) conferma, con cadenza annuale, l’adeguatezza e l’effettiva attuazione delle regole interne.

Il nostro modello di prevenzione comprende 15 regole specifiche che coprono tutte le attività e le aree aziendali a cui si estende l’attività di Repsol e ha implementato 1.521 controlli interni volti a identificare e prevenire possibili comportamenti a rischio.

Repsol, parte essenziale del proprio sistema di prevenzione, ha implementato un canale di whistleblowing con tutte le garanzie di riservatezza e finalizzato all’individuazione e risoluzione di eventuali situazioni di carattere etico portate a conoscenza dell’azienda. L’utilizzo di questo Canale Etico ha permesso negli anni di risolvere tutti gli incidenti che si sono verificati e di adottare le relative decisioni sulla base delle indagini svolte.

Dal 2009, più di 120 campagne per rafforzare la cultura della compliance sono state finalizzate alla diffusione, conoscenza e formazione dei dipendenti e collaboratori Repsol su queste tematiche, con oltre 94.000 ore di formazione erogate a un gruppo di oltre 79.000 partecipanti

Un gruppo di professionisti altamente qualificati guidati dal Chief Compliance Officer è dedicato all’efficace attuazione e monitoraggio del modello di prevenzione.

Sin dall’inizio del Pezzo separato 21, relativo all’assunzione di Cenyt, che ha portato al pagamento di quattro fatture per un importo complessivo di € 185.000, Repsol ha promosso e condotto tutte le azioni necessarie per chiarire i fatti e le circostanze che hanno concorso in questo assumere. Tali azioni, svolte sia con risorse interne sia con l’intervento di esperti indipendenti, hanno definitivamente dimostrato l’inesistenza di infrazioni o violazioni delle procedure interne di Repsol, senza che vi sia la benché minima volontà di occultarle.

Il Consiglio di Amministrazione di Repsol, nella riunione del 21 aprile 2021, dopo le corrispondenti riunioni monografiche del Comitato Controllo e Controllo, del Comitato Nomine e di una riunione ad hoc degli Amministratori Indipendenti, ha confermato l’inesistenza di evidenze di condotta contraria al Codice Etico e di Condotta Aziendale della Società o di condotta illecita da parte di qualsiasi amministratore, dirigente o dipendente attuale o precedente di Repsol.

L’ordinanza della Corte Centrale n. 6 è stata adottata senza aver preso a testimone il Chief Compliance Officer della Società, nonostante le ripetute richieste in tal senso.

Nell’esercizio del proprio diritto di difesa, così come risulta dagli atti istruttori già svolti, ivi comprese le dichiarazioni degli indagati e dei relativi testimoni quali il Direttore Internal Audit, Controllo e Rischi, Repsol dimostrerà che (i) non sussiste non è stata violazione o infrazione di alcuna regola; (ii) né era possibile sapere che qualsiasi persona imparentata con Cenyt avesse lo status di ufficiale attivo, poiché tale status era stato consentito e nascosto ex profeso da coloro che ne avevano la capacità.

A difesa della propria reputazione aziendale, dell’interesse sociale inteso come quello che colpisce la Società stessa, i suoi azionisti, i suoi dipendenti e collaboratori, clienti e fornitori, Repsol adotterà tutte le azioni necessarie nell’ambito del procedimento in corso indagato, collaborando senza restrizioni con i Tribunali nel chiarimento dei fatti.

Allo stesso tempo, nella stessa difesa del proprio interesse sociale, Repsol si riserva il diritto di intraprendere tutte le azioni previste dalla legge per far valere le responsabilità che possono spettare a coloro che, trascurando le proprie funzioni pubbliche di vigilanza e controllo, hanno incoraggiato o consentito le azioni di Cenyt e a coloro che, nella sfera privata, utilizzano il procedimento penale per il perseguimento del proprio vantaggio privato.

La condizione di essere indagato nell’ambito dell’indagine giudiziaria non ha alcuna conseguenza sulla società, sulla sua governance o sulla sua attività

Fonte: Repsol

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