- Repsol ha, per la prima volta in Spagna, prodotto un lotto di biojet ottenuto dai rifiuti, un carburante sostenibile per l’aviazione, presso il suo complesso industriale Petronor di Bilbao.
- Il lotto è costituito da 5.300 tonnellate di carburante sostenibile. Il suo utilizzo eviterà l’emissione di 300 tonnellate di CO2, l’equivalente di 40 voli tra Madrid e Bilbao.
- La produzione di questo biojet si aggiunge ad altri due lotti di biocarburante per l’aviazione già prodotti nei complessi di Puertollano e Tarragona dell’azienda. Con questo lotto, Repsol, ancora una volta, si posiziona come pioniere in Spagna nella produzione di questo tipo di carburante dai rifiuti.
- L’azienda sta trasformando i suoi complessi industriali e adattando i suoi processi per utilizzare i rifiuti come materia prima per produrre combustibili e altri prodotti con un’impronta di carbonio bassa, zero o addirittura negativa. In questo modo, utilizza l’economia circolare come strumento fondamentale per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Repsol ha completato con successo la produzione del primo lotto di biojet prodotto dai rifiuti sul mercato spagnolo presso il suo complesso industriale Petronor a Bilbao. Si tratta di una pietra miliare significativa nella produzione di combustibili a bassa impronta di carbonio. Rappresenta un passo avanti nella decarbonizzazione dei combustibili per il trasporto aereo, un segmento in cui l’elettrificazione non è attualmente praticabile.
Il lotto è costituito da 5.300 tonnellate di carburante e soddisfa rigorosi requisiti di qualità del prodotto e condizioni di sostenibilità nella catena di produzione, logistica e commercializzazione. Il suo utilizzo eviterà l’emissione di 300 tonnellate di CO2, l’equivalente di 40 voli tra Madrid e Bilbao, nel nord della Spagna.
Questa è la terza produzione di biojet realizzata da Repsol in Spagna. Segue la produzione di altri due lotti presso le raffinerie dell’azienda di Puertollano e Tarragona, rispettivamente nel 2020 e all’inizio del 2021, dove la biomassa è stata utilizzata come materia prima. Nel lotto di recente produzione, invece, i rifiuti sono stati utilizzati come materia prima, integrando così nel processo strumenti di economia circolare. Ciò migliora la gestione dei rifiuti, trasformandoli in prodotti ad alto valore aggiunto come i combustibili a bassa impronta di carbonio. Questo è un altro esempio della trasformazione dei complessi industriali di Repsol in hub multi-energia, in grado di realizzare prodotti con un’impronta di carbonio bassa, zero o addirittura negativa.
La promozione di questo tipo di carburante si aggiunge ai progetti che Repsol ha già implementato nell‘efficienza energetica, nella generazione di elettricità a basse emissioni, nell’idrogeno rinnovabile, nell’economia circolare, nei combustibili sintetici e nella cattura, utilizzo e stoccaggio di CO2. È uno dei principali assi strategici dell’azienda per raggiungere il suo obiettivo di diventare un’azienda a zero emissioni nette entro il 2050.
Avanti nella decarbonizzazione del settore aereo
Il settore dell’aviazione si sta muovendo con decisione verso la decarbonizzazione attraverso l’uso di biocarburanti. L’International Air Transport Association (IATA) ha fissato l’obiettivo di una crescita a zero emissioni di carbonio nel settore a partire dal 2020. Per raggiungere questo obiettivo l’organizzazione sta sviluppando varie iniziative tra cui l’uso di diversi combustibili sostenibili come i biocarburanti e i biocarburanti avanzati prodotti dai rifiuti, che si distinguono per il loro elevato contributo alla riduzione delle emissioni di CO2.
Le istituzioni dell’UE hanno inoltre stabilito diverse misure per promuovere l’uso del biojet nel settore aeronautico. Sia il biojet ottenuto dalla biomassa che il biocarburante avanzato dai rifiuti sono inclusi nell’elenco dei combustibili sostenibili nella Direttiva Europea sulle Energie Rinnovabili. Il 14 luglio la Commissione Europea ha pubblicato, nell’ambito del pacchetto Fit for 55, la Refuel Aviation Initiative che mira ad aumentare la domanda e l’offerta di carburanti per aviazione sostenibili nell’Unione Europea, raggiungendo un utilizzo del 2% entro il 2025 e del 63% entro il 2050. In questo modo, l’impronta ambientale del settore sarà ridotta, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi climatici globali.
In Spagna, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima riconosce che i biocarburanti sono la tecnologia rinnovabile attualmente più ampiamente disponibile per l’uso nei trasporti, in particolare in settori come i veicoli pesanti e l’aviazione in cui l’elettrificazione presenta difficoltà. Da parte sua, la legge sui cambiamenti climatici e la transizione energetica, approvata dal Congresso spagnolo lo scorso maggio, contiene un articolo dedicato ai combustibili alternativi sostenibili nei trasporti, con particolare attenzione ai biocarburanti avanzati e ad altri combustibili di origine non biologica.
L’ambizione di Repsol è guidare la transizione energetica ed è pienamente allineata con tutte le iniziative di cui sopra. L’anno scorso, ha annunciato che costruirà il primo impianto spagnolo di combustibili avanzati a basse emissioni nella città di Cartagena, nella Spagna orientale, con la capacità di produrre 250.000 tonnellate di idrobiodiesel, biojet, bionafta e biopropano dai rifiuti ogni anno. Inoltre, tra gli obiettivi fissati nel suo Piano Strategico 2020-2025 c’è l’ambizione di produrre 1,3 milioni di tonnellate di biocarburanti sostenibili nel 2025 e più di 2 milioni di tonnellate nel 2030.
Fonte: Repsol